I Florio
La Storia della Famiglia Florio
La famiglia Florio diede un fortissimo impulso economico e culturale alle Isole Egadi, e in particolare Favignana, che divenne la “regina” delle tonnare.
I Florio erano originari di Bagnara Calabra, ma dopo il terremoto del 1783, furono costretti a trasferirsi in Sicilia. La loro scelta cadde sulla Sicilia per la prosperità e la pace garantiti dal re Ferdinando di Borbone. I fratelli Paolo ed Ignazio Florio riaprirono a Palermo la stessa attività che gestivano in Calabria, ossia un negozio di prodotti coloniali e di chinino (utilizzato per curare la malaria).
Vincenzo Florio
Quando Paolo morì nel 1807, Vincenzo Florio ancora in tenera età venne affidato ad Ignazio. Quest’ultimo intuì subito la potenzialità delle tonnare e prese in affitto quella di San Nicola e quella di Vergine Maria nei pressi di Palermo. Alla fine del 1800 in Sicilia esistevano circa 21 tonnare. Nel 1828 Ignazio morì e lasciò al nipote Vincenzo una grande fortuna, che egli ebbe la capacità di ampliare e diversificare: lavorazione e produzione di tabacco, produzione del Marsala e del cognac seguendo l’esempio degli inglesi Ingham e Woodhouse, coltivazione del cotone; investì inoltre nel settore dei trasporti con battelli a vapore che coprivano enormi collegamenti arrivando perfino in America. Aprì infine a Palermo la fonderia oretea.
La tonnara di Favignana
L’unica pecca di Vincenzo fu quella di non intuire le grandi potenzialità economiche che poteva trarre dalle tonnare. Infatti nel 1841 egli prese in affitto dai Pallavicino la tonnara di Favignana con un contratto di 18 anni. Nonostante l’attività producesse ottimi profitti, nel 1859 Vincenzo rescisse il contratto, facendo subentrare nell’affitto delle tonnara di Favignana il genovese Giulio Drago, a cui si deve la realizzazione del primo nucleo dello Stabilimento Florio ed importanti innovazioni nel settore della lavorazione del tonno. Nel 1868 Vincenzo morì lasciando un enorme patrimonio al figlio Ignazio, passato alla storia come senior, per non confonderlo con l’altro Ignazio che gli successe dopo.
Ignazio Florio Senior
Ignazio senior fu uomo all’altezza del padre, inoltre ebbe l’intelligenza e la lungimiranza di acquistare nel 1874 le Egadi, ancor prima che scadesse il contratto d’affitto di Giulio Drago, insieme ai diritti di terra e di mare, al prezzo di lire 2.700.000. A Ignazio senior si deve la la trasformazione del “volto architettonico” di Favignana. Infatti, fatta eccezione della Chiesa di Sant’Antonio (costruita con Ignazio junior), Ignazio commissionò al famoso architetto Damiani Almeyda, la costruzione del Palazzo Florio, della Camparia, dei Pretti e dello Stabilimento Florio, che trasformarono l’intero arco portuale. Nel 1891 Ignazio senior morì lasciando ai suoi quattro figli un enorme patrimonio: uno di essi morì in tenera età; Giulia si sposò disinterassandosi al patrimonio familiare; Vincenzo si dedicò pienamente allo sport, dando vita alla gara automobilistica Targa Florio.
Ignazio Florio Junior
Dei quattro figli fu solo Ignazio junior a dedicarsi dell’eredità lasciatagli da padre. Purtroppo il clima storico e politico in cui si trovò ad operare Ignazio junior non era favorevole, infatti gli affari dei Florio risentirono della situazione politico-sociale della Sicilia all’alba dell’Unità d’Italia e nei primi del ‘900. Ciononostante, Ignazio intraprese alcune nuove attività come la costruzione dei cantieri navali a Palermo (ancora oggi esistenti), acquisì miniere di zolfo di Caltanissetta e fece costruire per i malati di tubercolosi la splendida Villa Egea (che poi fu trasformata in albergo). Uno dei successi maggiori Ignazio junior lo ebbe nella vita privata, sposando l’affascinate e carismatica donna Franca Notarbartolo di S. Giuliano. Bellissima e colta, seppe creare intorno a sè un salotto internazionale di mondanità, raffinatezza e cultura, che divenne il cuore pulsante della società palermitana più “in”. Ignazio e donna Franca erano famosi per il lusso, per i ricevimenti fatti in onore di personaggi illustri come Gabriele D’Annunzio, il tenore Caruso, lo Zar di Russia, il re d’Italia. Purtroppo la splendida vita dei coniugi Florio fu costellata di disgrazie familiari come la morte dei loro figli. In questi momenti dolorosi è a Favignana che donna Franca cerca rifugio e pace.
La Fine di un Impero
La situazione economica dei Florio si fece via via sempre più grave, tanto che per pagare i debiti furono costretti a vendere anche i meravigliosi gioielli di donna Franca (come la collana di perle lunga 7 metri o la collana di corallo fatta da tredici fili). Le cause della parabola discendente dell’impero economico dei Florio vanno ricercate nello scenario venutosi a creare prima e dopo la prima guerra Mondiale, per le quali a tutti i commerci e alle industrie incontrarono difficoltà generate dalle pesanti tasse, di fallimenti bancari e dagli scioperi degli operai. Ben presto, per far fronte ai debiti, Ignazio junior fu costretto a vendere nel 1937 anche Favignana e la tonnara con tutti i diritti di terra e di mare ai Parodi di Genova. Pur concludendosi così il legame dei Florio con le Isole Egadi, l’eredità soprattutto umana e il bagaglio culturale lasciato da questa famiglia alle isole è di certo immenso e non svanì con la loro vendita. Ignazio morì nel 1957 e il fratello Vincenzo lo raggiunse due anni dopo. Con loro si estingueva il ramo maschile di questa grande e potente famiglia.